Studio di amministrazione condominiale: consigli utili

L’impianto di uno studio di amministrazione condominiale è molto impegnativo e per il quale bisogna tenere conto di molteplici fattori, tutti importanti, se si vuole svolgere correttamente e con profitto l’attività professionale di amministratore di condominio.

Lo studio di amministrazione condominiale è diventato sempre di più importante se si pensa che il 60% delle famiglie italiane vive in condominio e pertanto ogni studio di amministrazione condominiale deve posare le proprie convinzioni con riguardo ad una base di formazione professionale molto solida e sugli aggiornamenti professionali continui per poter fornire servizi e risposte alle mille domande che i condomini pongono.

L’amministrazione condominiale deve essere perciò gestita da veri e propri manager degli immobili, ricchi di competenze trasversali che vanno dalla contabilità alle nozioni del diritto, con buone competenze tecniche e caratteristiche di problem solving.

In questo articolo parliamo di quali sono i compiti di uno studio di amministrazione condominiale.

Si indicheranno nel prosieguo quali sono i passi da compiere se si intende aprire uno studio di amministrazione condominiale.

Obblighi di uno studio di amministrazione condominiale

Lo studio di amministrazione condominiale ha quindi determinati obblighi cui dover far fronte nei riguardi del condominio, infatti ha l’obbligo di nominare un amministratore di condominio quando lo stabile ha più di 8 famiglie ivi abitanti.

Per quanto riguarda gli obblighi del condominio lo studio di amministrazione condominiale ha l’obbligo di nominare un amministratore di condominio negli stabili occupati da più di 8 condomini.

L’amministratore condominiale deve possedere il diploma di scuola superiore ed essere in possesso di fedina penale immacolata; deve aver frequentato un corso di formazione e aggiornamento periodici per gli amministratori di condominio; possedere un’ottima formazione di base.

Il professionista che decide di intraprendere l’attività professionale di amministrazione condominiale deve avere in sé eccellenti capacità di tipo relazionale, si sa che bisogna dover trattare con persone molto diverse tra loro e di diversa estrazione sociale; possedere ottime doti di organizzazione e di gestione; avere buone capacità negoziative e intuito di risoluzione immediata delle varie problematiche che si presentano.

Altre competenze necessarie di un amministratore di condominio

Un professionista di tale nome deve possedere buone competenze in materia urbanistica; avere dimestichezza con il calcolo delle spese condominiali a partire dalle tabelle millesimali, saper ripartire le spese tra i condomini; avere capacità politiche per gestire liti e incomprensioni tra i vicini di casa; conoscere le problematiche fiscali e/o contabili in modo da gestire e giustificare le spese condominiali sostenute e compilare esattamente un bilancio.

Fino a pochi anni addietro diventare un professionista dell’amministrazione condominiale non era molto complicato e non richiedeva particolari necessità burocratiche senza corsi e particolari regolamenti da conoscere.

Con la Legge 220/2012 però è cambiata la normativa cui bisogna fare riferimento per chi aspira all’apertura di uno studio di amministrazione condominiale unito ad un iter burocratico e formativo dettagliato.

Gli obblighi per uno studio di amministrazione condominiale

Un ulteriore obbligo per uno studio di amministrazione condominiale è l’apertura della partita iva per la relativa attività.

In Italia, in effetti, non è ancora funzionante una legislazione unitaria per tutto il territorio nazionale, ne discende che in alcune regioni vi è l’obbligo dell’apertura della partita Iva per svolgere l’attività di amministratore di condominio, mentre in altre non è richiesta.

A nostro nel caso in cui si decide di aprire e svolgere l’attività con caratteristiche professionali e che sia continuativa, l‘amministratore di condominio si configura come Libero Professionista ad ogni effetto, per cui è indispensabile che si apra la partita IVA, per svolgere la propria attività in sicurezza e nell’osservanza e rispetto delle norme in materia fiscale, ciò serve altresì all’iscrizione alla Gestione Separata dell’INPS ai fini pensionistici.

Se viceversa l’attività viene eseguita in modo saltuario e occasionale è possibile stipulare un mirato contratto di lavoro autonomo occasionale ed emettere la prescritta ricevuta con ritenuta d’acconto.